Firenze – Firenze è da oggi la prima “Wiki-città” italiana.
Che cosa vuol dire? Che il Comune di Firenze apre alla rete tutte le informazioni che lo riguardano e che i suoi dati potranno a loro volta essere implementati, condivisi, e utilizzati.
Sul portale web Open Data i database del Comune – ad oggi 180 dataset – sono suddivisi per categorie, facilmente individuabili e fruibili: possono, infatti, essere scaricati e condivisi grazie alle licenze creative commons.
Altra novità: il Comune li aggiornerà in tempo reale, direttamente sul web e non saranno inseriti in rete, in un secondo momento.
Non è solo un’operazione che rende Palazzo Vecchio di “vetro” – sul sito saranno riportate le retribuzioni, le presenze, gli incarichi – i cittadini tramite OpenData potranno, ad esempio, scoprire velocemente dove e quanti sono i parchi pubblici, le aree gioco attrezzate, le strade dove si verificano i maggiori incidenti stradali; quanti sono i laureati che lavorano a Firenze o che sono disoccupati.
Le conseguenze sono, come ha spiegato Riccardo Luna, presidente di Wikitalia, che i cittadini potranno controllare la pubblica amministrazione ma anche sollecitare il buon funzionamento delle istituzioni.
Stamani in Palazzo Vecchio, il Portale è stato battezzato ufficialmente con la firma del protocollo di intesa tra il presidente di Wikitalia, Riccardo Luna e il sindaco di Firenze Matteo Renzi che così ha dato il via al progetto di Wikitalia per costruire nel nostro paese una nuovo rapporto tra cittadini e istituzioni grazie alle potenzialità del web.
Le aree tematiche messe a disposizione dal Comune di Firenze nel portale sono nove: Ambiente, Amministrazione, Cultura e turismo, Istruzione, Mobilità e Sicurezza, Opere Pubbliche, Sanità e Sociale, Sport, Urbanistica.
I programmatori di Wikitalia grazie ai dataset del Comune stanno lavorando a tre app per smartphone. La prima legata agli eventi culturali fiorentini Firenze Up che uscirà tra poco e altre due Decoro Urbano e Open Municipio che consentiranno la prima di segnalare episodi di degrado cittadino e l’altra di accedere ai lavori del Consiglio comunale in un modo più attivo rispetto all’ascolto dello streaming delle sedute del Consiglio.
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