Firenze – No a questa manovra, ingiusta e inefficace che assomiglia alla tela di Penelope: la notte viene disfatta e il giorno dopo si ricomincia a tessere mentre il paese affonda.
E’ la metafora usata dal segretario generale della Cgil Toscana Alessio Gramolati stamani, al comizio conclusivo della manifestazione fiorentina, per ribadire perché la Cgil è contro questa manovra che ha detto, ancora, Gramolati non serve al paese e scarica tutti i costi su “i soliti noti”: lavoratori dipendenti, pensionati, famiglie.
Quindicimila persone hanno partecipato al corteo partito da piazza Cavalleggeri, di fronte alla Biblioteca nazionale, e che ha attraversato il centro cittadino per arrivare in piazza Santa Maria Novella dove era stato allestito il palco per i comizi conclusivi.
Tanti gli slogan e i manifesti contro Berlusconi e il governo, qualche cartello diretto anche contro il sindaco di Firenze, Matteo Renzi assente alla manifestazione, come annunciato, e definito in uno striscione “il sindaco che la destra ci invidia”.
Sono partiti in testa al corteo invece il presidente della Regione, Enrico Rossi e quello della Provincia di Firenze, Andrea Barducci. Con loro molti primi cittadini dei Comuni della provincia fiorentina.
Ed è stato proprio il presidente della Provincia, Andrea Barducci a spiegare perché molti rappresentanti delle istituzioni fiorentine erano in piazza stamani: “La manovra del Governo é sbagliata perche’ colpisce sempre i soliti. C’e’ un atteggiamento anche di cattiveria a voler far pagare sempre i lavoratori, i precari, chi é in cerca diun’occupazione e i pensionati. E’ una manovra che si fa pagare due volte, perché mette in ginocchio gli enti locali e impedisce loro di mettere in campo i servizi per i cittadini”.
Presenti anche la presidente del Pd, Rosy Bindi, la presidente di Emergency, Cecilia Strada, Adriano Sofri.
Nel corteo spiccavano gli striscioni di quasi tutte le fabbriche storiche fiorentine: Esaote, Nuovo Pignone, Eutelia, Menaruni, Kme, Bassilichi. Con loro i lavoratori del Maggio Musicale, dell’aeroporto, e delle autostrade.
I lavoratori di Ferragamo, Gucci e Dolce e Gabbana sono passati con i loro striscioni proprio davanti ai negozi delle griffe che hanno le vetrine affacciate su via Tornabuoni.
Secondo i dati forniti dalla Cgil è stata del 73% l’adesione allo sciopero nei settori industria terziario e reti. Nello specifico è stata del 70% alla C.I.E.T. di Arezzo, 80% alla Nuovo Pignone di Firenze, alla Power One Italy di Terranovacciolini e alla KME di Barga, 85% alla Lucchini, 95% alla Sammontana di Empoli, 65% a Toscana Energia, 50% nel gruppo Prada, 46.80% alla Ferragamo; hanno scioperato anche il 40% della BTP. Hanno incrociato le braccia il 90% dei lavoratori della Compagnia Portuali di Livorno e quelli della Laika in Val d’Elsa.
Sempre a Firenze stamani si è svolto anche il corteo dei Cobas sempre contro la manovra economica. Una manifestazione voluta in aperta polemica con quella della Cgil per i Cobas “troppo politicizzata”.
Il corteo formato da un migliaio di persone è partito da piazza Santissima Annunziata per concludersi in piazza Bambini di Beslan. I due cortei non si sono incontrati.
Guarda un passaggio del comizio conclusivo della manifestazione fiorentina:
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