Prato – A Prato un’impresa su quattro è gestita da stranieri, con un aumento del 14,1% nel 2009.
Lo dice l’indagine, svolta dalla Camera di Commercio, che conferma così la crescita delle attività gestite da stranieri nella cittadina tessile, con una percentuale del 25% rispetto al totale delle ditte iscritte nei registri dell’istituto.
L’analisi, che viene presentata ogni anno, si riferisce al 2009 e ai primi sei mesi del 2010.
A fine 2009 le aziende cinesi erano 4.460 su un totale di imprese straniere pari a 6.533. Nei primi sei mesi del 2010 l’aumento è stato modesto: 4.640 le imprese cinesi su 7.228 imprese straniere in totale. Nel 2009 oltre la metà delle nuove iscrizioni hanno riguardato imprese gestite da immigrati.
Il 90% circa delle attività presenti a Prato è condotto da cinesi. Poco rilevanti numericamente le imprese gestite da persone di altre nazionalità, che hanno subito in diversi casi anche una brusca frenata.
In testa sempre il manifatturiero (tessile e confezioni), poi commercio e attività ricettive, come bar e ristoranti. A fine 2009, circa il 35% delle aziende cinesi attive aveva meno di due anni di vita. Le ditte individuali sono sempre molto numerose, ma nel 2009 il tasso di crescita delle società di capitale è cresciuto, avvicinandosi al 20%, segno di una maggiore stabilizzazione sul territorio.
Il presidente della Camera di Commercio, Carlo Longo, spiega che dopo l’aumento dei controlli nei confronti delle attività gestite da immigrati, ci si aspettava un calo nei numeri, mentre il trend continua ad essere in crescita.
“L’ente registra che c’è tuttora un forte interesse da parte della comunità cinese nei confronti di Prato – dice Longo -. Capire cosa ci possa essere dietro all’apertura di queste attività, come ad esempio al forte aumento dei ristoranti, compete ad altri organismi”.
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