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WikiLovesMonuments: Firenze sostiene la campagna per “liberare” i monumenti

Firenze – Quante volte nei vostri viaggi o gite fuoriporta vi sarà capitato di fotografare i nostri bellissimi monumenti storici per condividerli poi su Facebook, Instagram o Flickr? Ebbene sappiate che, secondo la legge italiana, non potevate farlo!

Il Codice in materia di beni culturali e paesaggistici, entrato in vigore nel 2004 e che porta il nome dell’allora Ministro della Cultura Giuliano Urbani, infatti proibisce l’uso delle immagini dei monumenti del nostro patrimonio storico-artistico, senza l’autorizzazione dei proprietari.

Una norma un po’ retrò (per essere buoni) visti soprattutto gli sviluppi nel modo di fare comunicazione degli ultimi anni e con la quale ha dovuto scontrarsi anche WikiMedia, fondazione che si occupa di vari progetti legati al mondo Wiki (il più famoso è l’enciclopedia Wikipedia) e al concetto della condivisione gratuita dei contenuti in rete, secondo licenza Creative Commons.

“Un paio di anni fa è stato lanciato il concorso WikiLovesMonuments in Olanda: l’idea era quella di far conoscere le bellezze di questo paese grazie alle immagini scattate dalla gente comune, in particolare dei mulini a vento – spiega Frieda Brioschi, Presidente di Wikimedia Italia – Il concorso è stato un successo e l’anno dopo è stato esteso a tutta Europa: risultato 150.000 foto arrivate da 18 paesi. Anche noi come Italia avremmo voluto partecipare ma non è stato possibile: quest’anno invece ci siamo incaponiti!”.

Wikimedia ha così iniziato un iter, da una parte cercando di adeguarsi alle leggi italiane (“Cosa molto difficile anche per la divisione delle competenze tra Stato, Regioni, Province e Comuni, senza contare le chiese! – ha spiegato Brioschi – Al momento solo il Comune di Pavia ha dato l’autorizzazione a fotografare 19 monumenti”) ma dall’altro tentando di sensibilizzare le istituzioni affinchè si attivino per modificare il Codice Urbani.

Non solo infatti bloccare la diffusione di immagini, viste le moderne tecnologie, è alquanto difficile ma soprattutto controproducente perchè la circolazione di foto, legate a commenti e recensioni spontanee, ad oggi, è uno degli strumenti di promozione di un territorio più potenti.

Di tutto questo si è parlato nell’incontro organizzato da BTO Educational nell’ambito di Agorà Polis, giovedì 18 luglio, nell’ex carcere delle Murate di Firenze, e condotto da Roberta Milano e Robert Piattelli.

A confrontarsi con Frida Brioschi è stata Magnolia Scudieri, direttrice del Museo di San Marco, a Firenze, in rappresentanza della Soprintendenza, che ha spiegato come la legislazione non consenta l’uso delle immagini a scopo commerciale mentre per la libera circolazione è prevista la concessione dietro firma di una liberatoria.

Il meccanismo però è piuttosto farraginoso e poco pratico se si pensasse davvero di applicarlo, per esempio, solo alla marea di turisti che tutti i giorni fotografano il patrimonio artistico (e paesaggistico) fiorentino.

All’incontro erano presenti anche Giacomo Billi e Cristina Giachi, rispettivamente assessore al turismo della Provincia e del Comune di Firenze, che si sono detti d’accordo con Wikimedia e pronti a iniziare un percorso non solo per la messa a disposizione del patrimonio di loro competenza, a cominciare dal Parco di Pratolino, ma anche per sostenere Wikimedia nella richiesta di modifica del Codice Urbani.

Come emerso nel dibattito basterebbe infatti adattare la norma togliendo la necessità di liberatoria per un uso diverso dal commerciale, e seguendo così l’esempio della gran parte dei paesi esteri, dove fotografare monumenti, oltre che opere nei musei, non solo è consentito ma è anche “sfruttato” commercialmente.

Un esempio in questo senso viene dal Brooklyn Museum, che non solo consente di fare foto ma che, come il San Francisco Museum of Modern Art, è presente su Instagram con un proprio profilo per pubblicizzare direttamente le iniziative.

Esempi di promozione e marketing territoriale che in Italia ancora stentano a prendere piede, sia per una forma di arretratezza culturale, sia, appunto, per limitazioni poste dalla legge, ma che, se rimosse, consentirebbero ad un paese come il nostro di valorizzare molto di più non solo il patrimonio già noto ma soprattutto quello cosidetto minore; e in tempi di crisi e tagli questo gioverebbe di sicuro a enti e istituzioni.

Quest’anno Wikimedia ha comunque lanciato il concorso WikilovesMonuments Italia, al quale si potrà partecipare dal 1 al 30 settembre: nel sito internet di riferimento vengono spiegate le regole per fotografare i monumenti e chiedere le liberatorie. Se volete contribuire alla “battaglia per la liberazione dei monumenti italiani” potete farlo consultando il sito di WikiLovesMonuments Italia!

L’incontro organizzato da BTO Educational è stata occasione anche per presentare alcuni progetti innovativi di promozione del territorio: da SienaApp, a ARTour tanto per fare un esempio…ma di queste realtà vi parleremo meglio più avanti!

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Posted by on 19 Luglio 2012. Filed under O3 Web Notizie. You can follow any responses to this entry through the RSS 2.0. You can leave a response or trackback to this entry

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